7 luglio 2017 - "Che ne resta di noi" è il tuitolo dello spettacolo della compagnia Estia - cooperativa sociale onlus - che attualmente opera nella Casa di reclusione di Milano Bollate.
In questo spettacolo senza parole c’è una domanda che incombe sul pubblico e sugli attori – sei figure umane in perenne, inquieto movimento su una scalinata che non porta, in alto, ad alcun cielo. Che ne resta di loro, una volta sottratti la fame di sesso e potere, la solitudine che si riflette nella ripetizione ossessiva dei gesti, l’attaccamento disperato ad abitudini e oggetti? Che ne resta di noi che li osserviamo, quando si dissolve la presunzione di essere diversi da loro, migliori?
Che ne resta di noi? cerca una risposta attraverso i corpi, mettendo in scena una partitura fisica maturata durante un lungo processo di improvvisazioni del gruppo di lavoro guidato, oltre che dalla regista Michelina Capato, dalla coreografa Claudia Casolaro e dall’allenatrice del “senso teatrale” Matilde Facheris. La drammaturgia, che non segue un filo narrativo ma procede per associazioni poetico/musicali, è curata da Michelina Capato con la collaborazione di Renato Gabrielli. I costumi sono di Lapi Lou e la scenografia di Maddalena Ferraresi.
In scena:
Armand Albrahimi, Carlo Bussetti, Vincenzo D'alfonso, Bruno Nocito, Paola Manfredini, Salvatore Piscitelli
Luci: Juan Carlos Tineo Reyes
Elementi scenografici: Maddalena Ferraresi
Costumi: Lapi Lou
Coordinamento registico: Michelina Capato Sartore Coordinamento drammaturgico: Renato Gabrielli Coordinamento coreografico: Claudia Casolaro
Dove:
Teatro Argentina – Largo di Torre Argentina, 52 - Roma
una scena dello spettacolo